mercoledì 10 dicembre 2014

VADEMECUM DEL RETRO' - II parte

Carissimi lettori,

oggi vi offriamo un'anteprima dell'articolo a cura di Silvia Ragni che appare sul n° 86 della nostra rivista  che potete richiedere collegandovi a www.jamboreemagazine.it 

Rubrica 'Vintage & Style' di Silvia Ragni

83 voci per riassumere lo stile anni ‘40 e ‘50


DECOLLETE’ - Seducenti e femminili, l’appeal di queste scarpe deriva dalla forma che scopre elegantemente il collo del piede e dal tacco a spillo, ideato da Salvatore Ferragamo negli anni ‘50: sottile e poggiato su una superficie di base ridottissima, può raggiungere anche i 17 cm di altezza. Per garantirsi un’andatura alla Marilyn, è la scarpa ideale.

DITA VON TEESE -
La celeberrima Burlesque performer statunitense incarna il ruolo di icona attualmente più imitata dello stile 50s. Bionda naturale, ha tinto i suoi capelli di nero e li ha acconciati ad onde creando un hairstyle da diva rétro che evidenzia al massimo il suo incarnato diafano color bianco latte. Le labbra rosso fuoco, l’utilizzo della più tipica e preziosa lingerie “old style”, abitini d’epoca che sono la quintessenza della seduzione, uniti ad una allure provocante ma assolutamente di classe. ne fanno la regina di un glamour d’antan diffuso ormai come una perla rara.

DORIS DAY - La “fidanzata d’America” rappresenta un tipo di bionda che si differenzia anni luce sia da Marilyn, che da Grace Kelly. Esuberante, e vivace, è tutto meno che “fatale” e al bon ton contrappone una fresca spontaneità. Il suo personaggio evolve avvolto, al tempo stesso, dal mito del perbenismo americano e della pruderie dilagante tanto da vederla incarnare stereotipi come quello della ragazza disposta a difendere ad ogni costo la propria virtù, facendole guadagnare l’appellativo di “vergine trentottenne”.
L’immancabile sorriso sulle labbra, il look rassicurante da “girl next door” volitiva, ma beneducata ed altruista, la associano ulteriormente ad una tipologia femminile prettamente anni ’50.

ESPADRILLAS - Dal catalano ‘espardenya’, erano le calzature più utilizzate dai pescatori e dagli agricoltori baschi già nel XIV secolo. A partire dal 1927 il brand barcellonese Castaner ne organizza la produzione industriale destinandole ai braccianti e - in seguito - ai soldati della Guerra Civile Spagnola, ma tra i fan delle espadrillas rientrano anche nomi del calibro di Pablo Picasso, Federico Garcia Lorca e Salvador Dalì. Negli anni ’40, queste scarpette in tela dalla suola piatta realizzata in juta intrecciata fanno furore negli USA: Grace Kelly si fa fotografare in espadrillas nelle più svariate occasioni, contribuendo al loro boom. Due decenni dopo sarà BB a renderle celebri in tutto il mondo, calzandole durante le sue estati tropeziennes. Ma è negli anni ’70 che la espadrillas mania vira al luxury. Castaner ne immette sul mercato una versione con zeppa e cinturino alla caviglia appositamente commissionata da Yves Saint Laurent: ha inizio l’era della “espadrilla couture”.

EYE-LINER - Uno strumento di importanza fondamentale per il make up: preferibilmente in versione liquida, dotato di pennellino, si usa per delineare ed allungare l’occhio verso la tempia. Va steso ad arte dopo l’ombretto (possibilmente color panna o avorio, molto chiaro), disegnando una riga sottile sulla palpebra superiore che parte dal centro dell’occhio fino ad arrivare alla sua estremità, creando una sorta di ‘virgola’.
Molto popolare anche negli anni ’60, l’eyeliner impreziosisce lo sguardo di ogni diva dell’epoca.

FIORI - I fiori e le fantasie floreali sono parte integrante del look di una pin up: colorati, scenografici, appariscenti, in stoffa impalpabile si intrecciano ai capelli per abbellire svariati hairstyle donando un tocco aggiuntivo di glamour rétro. Comuni anche le ghirlande portate al collo in stile Hawaii, all’insegna di un look vacanziero che negli anni ’50 del boom trova la sua massima espressione. Durante il Summer Jamboree di Senigallia, sono particolarmente diffuse in occasione della Festa Hawaiiana. 





FOULARD - Maison prestigiose come Hermés, Gucci, Ferragamo, Saint Laurent, Dior e Givenchy ne creano ricercatissimi esemplari in seta, e le star lo includono immediatamente tra i più sofisticati complementi di stile. Tutte lo vogliono: Grace Kelly, Sophia Loren, Audrey Hepburn, Jackie Kennedy sono solo alcune delle sue fan. Negli anni ’50 il foulard si porta principalmente come copricapo, con il quadrato di stoffa piegato a triangolo ed annodato sotto il mento. Doris Day osa una versione diversa e lo lega al collo, le due estremità che scendono sul decolletè come una sciarpa.

FRANGIA - Negli anni ‘40 e ’50 conosce una sola, inconfondibile versione: è corta, piena, bombata e lascia abbondantemente scoperte le sopracciglia. Ha una linea arrotondata leggermente più lunga nella parte centrale della fronte. Mitica quella di Bettie Page, che adotta su suggerimento del fotografo Jerry Tibbs senza immaginare che sarebbe diventato il suo “segno particolare” più universalmente celebrato. 

FRENCH TWIST - A fine anni ’50 si afferma come variante dello chignon, che da quel momento in poi si declinerà in molteplici e differenti versioni (non ultima, la cotonatissima choucrute di BB). Dalla tipica forma “a conchiglia”, il french twist richiede un sapiente supporto di forcine e lacca per fissare al meglio l’acconciatura. 

FULL SKIRT - Detta anche “gonna a corolla” o “gonna a ruota” si impone con il New Look di Christian Dior, che nel 1947 presenta una collezione destinata a rivoluzionare la silhouette femminile. Gli abiti, modellati sul corpo, hanno il compito di stilizzarne le forme: Dior sottolinea la vita e il volume dei fianchi, mette in evidenza il seno, e per strutturare i capi in modo ottimale li fodera di percalle e taffetà. La full skirt ha forma “a corolla” e vita strettissima, ed è inclusa anche nei celebri tailleur bar dalle linee arrotondate con maniche tre quarti. 

GILDA - Il celebre film che Charles Vidor gira nel 1946 diviene una pietra miliare dell’epoca. La sua protagonista, Gilda - interpretata da una Rita Hayworth per la prima volta in un ruolo di dark lady - entra nel mito lanciando uno stile indimenticato: la fluente capigliatura rosso fuoco pettinata ad onde e con riga laterale diviene l’acconciatura “simbolo” della femme fatale, e l’iconico abito in raso nero con scollatura dritta (creato dal costumista della Columbia Pictures Jean Louis) abbinato a lunghi guanti che raggiungono le spalle farà storia. La figura di Gilda rimane talmente radicata nell’immaginario collettivo da venir raffigurata sulla prima bomba nucleare testata dopo la Prima Guerra Mondiale nell’atollo di Bikini. Ed è sempre Gilda a ispirare, nel 1988, il cartoon di Jessica Rabbit nel film Disney “Chi ha incastrato Roger Rabbit?”. Il soprannome “L’atomica”, intanto, racchiude in modo incredibilmente evocativo tutto l’esprit del personaggio che a Rita Hayworth rimarrà indelebilmente associato.

GLAMOUR - E’ il fascino patinato in senso lato. E’ glamour tutto il mondo della Old Hollywood, i divi e le dive che uniscono carisma, lusso e seduttività in un amalgama di perenne incanto. Ma sono glamour anche le Pin Up, rappresentanti di un fascino fatto di malizia, ironia ed erotismo perfettamente calibrati. Sono glamour, inoltre, tutte le icone che - in modo duraturo nel tempo - impongono il proprio stile singolarissimo ed esclusivo.

GRACE KELLY - Hitchcock la definìva “ghiaccio bollente” alludendo alla sua allure composta da ragazza “bene” che cela, nella sua essenza più profonda, una insospettabile passionalità. La futura Principessa di Monaco, nel suo ruolo di star di Hollywood incarna un mix unico di stile e personalità: mai sopra le righe, sfoggia un look bon ton che include gonne a corolla, colletti rotondi, abiti simili a prom dress e pantaloni Capri
abbinandoli a décolleté, immancabili guanti bianchi, foulard o ad eleganti cappelli di paglia a falda larga. Il tutto, frequentemente impreziosito da un sofisticato girocollo di perle.
Anche la sua chioma bionda, di lunghezza media e movimentata da onde, fa tendenza. Grace Kelly incarna il tipo della bionda “algida” ma desiderabile, seducente proprio in virtù della raffinatezza e delle “buone maniere” tipicamente upper class: è la moglie ideale, che garantisce di non far sfigurare neppure negli ambienti più esclusivi. Diventata Principessa di Monaco, la sua immagine iconica avrà un impatto tale da indurre la Maison Hermès a dedicarle un modello di borsa che, nel 1977, verrà ufficialmente ribattezzata Kelly bag.





..continua sul n°86 di Jamboree Magazine.




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