giovedì 23 marzo 2017

Martha And The Vandellas

 Carissimi lettori,

oggi vi offriamo un'anteprima dell'articolo a cura di  Roberto Giuli  che appare sul n° 93 della nostra rivista e che potete richiedere collegandovi a www.jamboreemagazine.it

Indicati quasi sempre come uno dei gruppi di punta della Motown, universalmente nota “fabbrica di successi” di Detroit, fondata da Berry Gordy nel 1959, Martha And The Vandellas sono in realtà qualcosa di più.

Più vicini stilisticamente, anche se di maggior consistenza, a gruppi quali Marvellettes o Velvellettes che non, ad esempio, a Diana Ross And The Supremes, le quali difettavano di quella “patina grintosa” che poi in fondo può rappresentare la linea di confine tra pop e rhythm’n’ blues, le Vandellas consegnano alla storia un pugno di brani di grande successo tra il 1963 e il 1968.

Due di questi, Dancing In The Streets (1964) e Nowhere To Run (1965), si possono addirittura definire epocali, in particolare la seconda, riconosciuta tra l’altro da Billboard al 358° posto tra le cinquecento canzoni di tutti i tempi.

In buona parte il sound potente (il critico Jay Warner usa il termine “aggressivo) del gruppo è dovuto allo svezzamento musicale della leader Martha Reeves, classe 1941, originaria dell’Alabama, a base di gospel (il padre è pastore metodista), in particolare quello di Clara Ward, Soul Stirrers, Marion Williams.

A Martha, contrariamente a quanto successo a molti altri, non viene comunque impedito di ascoltare musica secolare, per cui già presto si esibisce nei clubs come Martha La Velle (La Vaille secondo alcuni).
Nel 1960 la giovane vocalist (già membro dei Fascinations) si unisce a Gloria Williams, Rosalind Ashford e Annette Sterling per dar vita a un gruppo, le Del - Phis, gruppo che in realtà esiste non ufficialmente fin dal 1957.

Le Del - Phis si guadagnano la possibilità di registrare un singolo per la Check – Mate Records, sussidiaria della Chess, nel 1961, la discreta I’ll Let You Know (b-side, It Takes Two), brano che mette in luce le qualità delle ragazze e che potrebbe essere tranquillamente indicato come “early soul”; ciò nonostante è un flop.

La Reeves quindi decide di recarsi alla Motown per un’audizione. Ottiene invece un posto di segretaria, tra l’altro addetta a sua volta all’organizzazione di audizioni e, appena le è possibile, coinvolge le Del - Phis le quali, con Gloria Williams alla voce solista, realizzano la buona There He Is At My Door; ma essendo sotto contratto tecnicamente con la 
Check – Mate (Chess), non resta che pubblicare il singolo per l’affiliata Melody e cambiare il nome in Vells; altro fallimento.

E’ il 1962 e la Williams se ne va, premendo affinché la Reeves prenda il suo posto, ciò non prima di aver partecipato alla registrazione di Stubborn Kind Of Fellow di Marvin Gaye, in giugno; uno dei compositori del pezzo è proprio Mickey Stevenson, produttore e “capo” di Martha.






Un cambio di nome, con il definitivo Martha And The Vandellas, ed è tempo di un singolo nel settembre ’62, I’ll Have To Let Him Go; non è eccelso e ottiene scarsa attenzione, diversamente da Come Get These Memories del febbraio 1963, realizzata dopo l’inizio del sodalizio con la premiata ditta Holland – Dozier – Holland.

Il pezzo risente sicuramente dell’esperienza del trio di compositori e raggiunge il n.6 delle classifiche r&b.
Niente rispetto a Heatwave, energetico up-tempo che arriva invece al n.1 delle r&b charts (n.4 pop di Billboard).

La canzone è un perfetto esempio di soul, con forti venature r&b e qualche coloritura gospel, viene pubblicata in luglio e nel corso degli anni diverrà un classico ripresa, tra gli altri, da Linda Ronstadt, Phil Collins, Who e dalle Supremes, che nel 1967 ne danno una versione di classe ma molto più leggera (per l’album The Supremes sing Holland Dozier Holland).

Segue Quicksand, ispirata alla precedente e pubblicata in novembre, dopo di che Annette Sterling lascia, rimpiazzata da Betty Kelley.