venerdì 18 luglio 2014

THE ADELS: vent’anni e dimostrarli tutti!

Carissimi lettori,
oggi vi offriamo un'anteprima dell'articolo a cura di Maurizio ‘Dr Feelgood’ Faulisi che appare sul n° 85 della nostra rivista  che potete richiedere collegandovi a www.jamboreemagazine.com 


Poche band in Italia possono vantare un curriculum tanto ricco di collaborazioni, tour e produzioni discografiche come quello degli Adels

La loro proposta musicale è apprezzata dai fruitori occasionali di rock and roll, il cosiddetto pubblico medio, tanto quanto dai fan più incalliti del rockabilly più fondamentalista, grazie ad una simpatia contagiosa, grande disponibilità umana e un approccio grintoso e divertente.

E’ uscito recentemente il nuovo ennesimo album del trio siciliano, un’altra riuscitissima manciata di originali eseguiti con l’entusiasmo e la carica adrenalinica che caratterizzano il combo.

Prodotto e realizzato a Palermo da Fabio Rizzo, fondatore dell’etichetta 800A Records, nonché protagonista della scena locale, mai così attiva e creativa. 

Ce lo conferma anche Don Diego Geraci, autore, cantante e chitarrista degli Adels, che in questa lunga intervista, rilasciata per email durante l’ultimo tour europeo della band, ci racconta di come le cose nel Sud, particolarmente in Sicilia, stiano cambiando in meglio, e quanto a suo avviso possano ulteriormente migliorare, se si affrontano con determinazione, entusiasmo e infinita passione. 

Come, evidentemente, han fatto gli Adels in questi ultimi vent’anni.  1994-2014, vent’anni sono una tappa importante.

Mi chiedo quanto possa essere difficile trovare l’idea giusta per celebrarla, considerato che questi due decenni sono stati caratterizzati da un ritmo serratissimo di concerti, collaborazioni, tour, registrazioni ed eventi. 

Nemmeno l’annuncio di un album quintuplo in uscita potrebbe stupire amici e fan, vista la vostra incredibile prolificità! Che significato date al 2014?

E’ un traguardo importante! Sicuramente! Ma non vogliamo autocelebrarci, quindi continuiamo a fare quello che facciamo ogni giorno: salire a bordo del nostro pulmino stracarico all’inverosimile per raggiungere l’ennesimo club per far divertire suonando la nostra musica. 

Ci atteniamo a quel principio sottolineato dal proprietario di una famosa catena di hotel americani: la migliore sorpresa è non avere sorprese! 

Ed è questo che, chi ci segue, vuole disperatamente, ossia poterci trovare tanto nel baretto a pochi km da casa, quanto al festival più o meno blasonato. 

Ci piacerebbe fare una festa come si deve, ma abbiamo uno schedule così fitto che sappiamo già sarà impossibile farla! Effettivamente festeggiamo i 20 anni il 17 di luglio e, comunque, quella data siamo in giro insieme a Mark Harman, nostro mentore e mio maestro di vita e di stile!

Quindi, a modo nostro, la festa ci sarà, anche se solo noi possiamo capirla in pieno.

Vi siete esibiti moltissimo e ovunque, immagino che il vostro contachilometri sia quasi al secondo giro…. Allora, in quanto musicisti provenienti dal profondo Sud, lasciate che vi chieda di raccontarcelo il Sud. 

Il meridione, da sempre irraggiungibile dai tour di artisti stranieri (ma anche di quelli italiani residenti al centro-nord), in questi 20 anni ha potuto contare almeno sulla presenza degli Adels!

Il sud è, come tutti saprete, la terra delle contraddizioni: bella da morire, ma altrettanto disorganizzata; fascinosa ma anche capace di farti arrabbiare come poche cose nella tua vita. 

Ed è così anche per la musica: pubblico splendido, ma location completamente improvvisate. 

Noi il sud lo amiamo disperatamente (soprattutto la nostra Sicilia, terra che, tra l’altro, vanta un curriculum legato al rock and roll di tutto rispetto!) ma ci stiamo veramente poco. 

Sai cosa ci ha portato questa estrema “lontananza” dal resto dello stivale? Una determinazione senza pari: per noi 15 ore di viaggio per andare a vedere (o fare) un concerto sono come un bicchiere di acqua fresca! 
Quando sento amici che vivono in grandi città che si lamentano perché il loro gruppo preferito suona a 30km di macchina.. mi verrebbe voglia di ucciderli!!! 

Se penso che, la prima volta che andai a vedere Brian Setzer (a Lucerna) ci andai in treno (il mio compagno di viaggio temeva l’aereo): 5 giorni di viaggio della speranza per 90 minuti di concerto!

Però adesso, soprattutto, la Sicilia sta generando una infinità di realtà (legate più o meno al rockabilly) da far paura! Ci sono una decina di band (dal neo a quello ‘autentico’) che lavorano costantemente e professionalmente in giro per lo stivale (e oltre….); due super big band; poi formazioni di surf e jump blues, insieme a combo di musica swing (cantato e ballabile….).

Non esiste altra regione in Italia che possa vantare un fermento di queste proporzioni. Noi ogni tanto, quando ci ritroviamo in terra nostra, organizziamo un piccolo raduno con alcune di queste band! E il clima che ne viene fuori è fantastico! 

Il nostro annuale concerto di Natale è un appuntamento fisso per ritrovarsi con questi amici-musicisti. Così come lo sta diventando il nostro appuntamento estivo! Non so se è l’arte di arrangiarsi a rendere tutto così in fermento, oppure gli stimoli dati da noi e altre band che lavorano costantemente, ma, sta di fatto, che adesso la Sicilia è una terra fortunata, se vista come laboratorio creativo.

                                                                                                                                           ...continua sul n°85 di Jamboree Magazine.


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