Carissimi lettori,
oggi vi offriamo un'anteprima dell'articolo a cura di Augusto Morini che appare sul n° 92 della nostra rivista che potete richiedere collegandovi a www.jamboreemagazine.it
Memories of....California 1976-2016
Gli ‘amici americani’
Per un concatenarsi di eventi, nella primavera del 1976 ebbi modo di incontrare, a Milano, un ragazzo americano giunto tempo prima in Spagna per un corso di perfezionamento sulla lingua spagnola.
Per il tramite di conoscenze di entrambi eravamo entrati in contatto e ci incontrammo la prima volta in Piazza del Duomo.
Era il 16 marzo, giornata piovosa e ancora invernale e l’inizio di una lunga amicizia.
Il giovane Randy Wheeler, originario di La Jolla, una località residenziale alla periferia di San Diego, era un appassionato di musica e collezionista di dischi ma aveva anche altri interessi, e in Europa aveva il tipico atteggiamento dell’americano che, con alle spalle solo un paio di secoli di storia, vuole conoscere da vicino quello che ha studiato all’università sulla storia dei paesi europei...
Ad ogni modo ci trovammo subito in sintonia e in breve me lo scorazzai in giro per Milano portandolo, malgrado il tempo ancora invernale, anche in cima al Duomo e in alcuni altri posti per i pochi giorni che restò da noi.
Nel 1971 avevo già conosciuto un altro ragazzo americano il quale, ospite del nonno materno abitante a Como, era intervenuto all’anteprima del film ‘Elvis, That’s the Way it is’ (in Italia ‘Elvis Presley Show’), tenuta a Milano la mattina del 20 maggio al cinema Metro-Astra di Corso Vittorio Emanuele.
Ronnie Weiser era un ragazzo simpatico, esuberante e anche scatenato, non solo per Elvis, ma anche per tutto il rock and roll/rockabilly. Alla prima del film erano arrivati diverse altre persone che conoscevo, fra i quali l’amico Livio Monari di Recanati, fondatore del primo fan club italiano di Elvis, e svariati soci del suo club.
Nel pomeriggio, con Ronnie, Livio e qualche altro, ci ritrovammo a casa mia a parlare di musica, e con l’occasione approfondii la conoscenza di Ronnie.
Ron Weiser
Ronald Weiser nasce nel1946 a
Milano da padre tedesco e madre egiziana e cresce in Egitto, Austria e Italia.
Nella seconda metà degli anni ’50 Ronnie, che in quel periodo vive a Como,
entra in contatto col rock and roll, diventando un grande appassionato sia di
questa nuova musica che di tutti gli aspetti della vita americana, tanto che
verso la metà dei ’60 lui e la famiglia si trasferiscono negli Stati Uniti,
dapprima in Florida e poi in California.
Stabilitosi col fratello in un appartamento di North Hollywood, Ronnie termina gli studi, laureandosi alla UCLA in ingegneria elettronica, e qualche tempo dopo si trasferisce in una villa a Van Nuys, nella San Fernando Valley, a nord di Los Angeles.
Nel corso del 1969 entra in contatto con alcuni fan club europei di rock and roll ‘originario’ e si rende conto che il genere è ancora popolare nel vecchio continente, mentre nel suo paese d‘adozione è praticamente quasi ‘dimenticato’.
Fonda allora l’Hollywood Rock’n’ Roll Fan Club, pubblicando la fanzine ciclostilata Rollin’ Rock, e inizia quella che sarà una vera ‘crociata’ a favore del rock and roll classico.
Nella grande Los Angeles Ronnie ha modo di rintracciare, e incontrare, svariati artisti del rock’n’roll degli anni ’50 che colà vivono, primo fra tutti uno dei suoi idoli, Gene Vincent, che fra l’altro abita non molto distante da lui.
Nell’agosto/settembre 1971 Gene Vincent effettua in casa di Ronnie quelle che saranno le sue penultime registrazioni, mentre le ultime avranno luogo a Londra il 1° ottobre per la BBC, poco prima della sua improvvisa e prematura scomparsa che avviene l’11 ottobre in un ospedale di Saugus (Los Angeles), a causa di una emorragia interna.
Questi quattro brani, completati con l’overdubbing di alcuni strumenti, vedranno poi la luce nel1980
in un album della Rollin’ Rock Records.
Difatti, vista la richiesta da parte dei soci del club di nuovi dischi di rock and roll/rockabilly, dai primi anni ‘70 Ronnie mette in piedi anche un’etichetta discografica, la citata Rollin’ Rock Records.
Con essa Ronnie rimette in circolazione vecchie e/o rare incisioni dei ’50 di artisti più o meno conosciuti, delle quali acquista i diritti di riedizione.
Ma ben presto inizia ad effettuare nuove registrazioni nel proprio garage-studio, avvalendosi di nuovi musicisti emergenti ma anche di ‘vecchi’ ma ancora validi artisti degli anni ’50, oramai da tempo fuori dal giro.
Primo fra questi un certo Ray Campi, ora insegnante di inglese, che conta un unico buon successo rockabilly nel 1956 con la sua ‘Caterpillar’.
Campi è un ottimo musicista polistrumentista e su di lui Ronnie basa quello che poi diventa il Rollin’ Rock Sound.
Un ‘suono’ scatenato, trascinante, molto ‘pulito’ e ruspante, che si ispira a quello pionieristico realizzato nei ’50 da piccole etichette come, ad esempio, la Sun Records di Memphis.
Dal 1973 Ronnie inizia a pubblicare album di ‘vecchi’ artisti rockabilly quali Campi, Mac Curtis, Johnny Carroll e Jackie Lee Cochran, ma da’ spazio anche a nuovi giovani artisti del genere, quali Colin Winski, Jimmie Lee Maslon, Johnny Legend, Billy Zoom.
E del 1980, prodotto da Ronnie, è anche ‘American Music’, primo album dei Blasters, grande formazione californiana dei fratelli Phil e Dave Alvin.
Indubbiamente l’attività svolta da Ronnie in questi anni diventa uno degli elementi portanti del grande ‘rock and roll revival’ che ha luogo sia negli Stati Uniti che in Europa, con la nascita di nuove etichette discografiche che riscoprono vecchie e dimenticate registrazioni e anche attraverso spettacoli e tour revivalistici, che riportano alle luci della ribalta artisti dimenticati, ma ancora vigorosi e sempre validi.
Gli Stati Uniti
Il mio interesse per gli Stati Uniti era nato fin da bambino attraverso i fumetti di Topolino e soci, ma anche quelli western di Tex Willer e, in particolare, di Pecos Bill.
Poi si aggiunsero i film americani, western e non, e i romanzi gialli, principalmente quelli dell’investigatore Philip Marlowe e dell’avvocato Perry Mason, entrambi ‘residenti’ a Los Angeles.
Curiosamente l’autore di Marlowe, Raymond Chandler, aveva un ‘collegamento’ con la famiglia di Randy, in quanto lo scrittore aveva abitato dal 1949 fino alla morte, nel1959, a La Jolla (San
Diego), ed era stato un cliente abituale della stazione di servizio dove
lavorava il padre di Randy.
Durante i tre anni delle scuole medie e i primi due di istituto tecnico, per recarmi a scuola transitavo obbligatoriamente da una piazza dove stazionava una di quelle mitiche bancarelle di libri e riviste usate di una volta, oggi quasi del tutto scomparse.
Qui furono inevitabili centinaia di fermate per osservare ‘questo e quello’, cose fra lei quali figuravano anche corpose quantità di riviste americane di grande formato e super illustrate, come Life, Look, The Saturday Evening Post e altre che, in parte, iniziai a comprare in quanto, oltre ad offrire foto di vari luoghi e genti e spettacolari pagine pubblicitarie che mostravano ‘spezzoni’ di vita americana, mi servivano anche per far pratica della lingua inglese che stavo studiando.
Memories of....California 1976-2016
Gli ‘amici americani’
Per un concatenarsi di eventi, nella primavera del 1976 ebbi modo di incontrare, a Milano, un ragazzo americano giunto tempo prima in Spagna per un corso di perfezionamento sulla lingua spagnola.
Per il tramite di conoscenze di entrambi eravamo entrati in contatto e ci incontrammo la prima volta in Piazza del Duomo.
Era il 16 marzo, giornata piovosa e ancora invernale e l’inizio di una lunga amicizia.
Il giovane Randy Wheeler, originario di La Jolla, una località residenziale alla periferia di San Diego, era un appassionato di musica e collezionista di dischi ma aveva anche altri interessi, e in Europa aveva il tipico atteggiamento dell’americano che, con alle spalle solo un paio di secoli di storia, vuole conoscere da vicino quello che ha studiato all’università sulla storia dei paesi europei...
Ad ogni modo ci trovammo subito in sintonia e in breve me lo scorazzai in giro per Milano portandolo, malgrado il tempo ancora invernale, anche in cima al Duomo e in alcuni altri posti per i pochi giorni che restò da noi.
Nel 1971 avevo già conosciuto un altro ragazzo americano il quale, ospite del nonno materno abitante a Como, era intervenuto all’anteprima del film ‘Elvis, That’s the Way it is’ (in Italia ‘Elvis Presley Show’), tenuta a Milano la mattina del 20 maggio al cinema Metro-Astra di Corso Vittorio Emanuele.
Ronnie Weiser era un ragazzo simpatico, esuberante e anche scatenato, non solo per Elvis, ma anche per tutto il rock and roll/rockabilly. Alla prima del film erano arrivati diverse altre persone che conoscevo, fra i quali l’amico Livio Monari di Recanati, fondatore del primo fan club italiano di Elvis, e svariati soci del suo club.
Nel pomeriggio, con Ronnie, Livio e qualche altro, ci ritrovammo a casa mia a parlare di musica, e con l’occasione approfondii la conoscenza di Ronnie.
Ron Weiser
Ronald Weiser nasce nel
Stabilitosi col fratello in un appartamento di North Hollywood, Ronnie termina gli studi, laureandosi alla UCLA in ingegneria elettronica, e qualche tempo dopo si trasferisce in una villa a Van Nuys, nella San Fernando Valley, a nord di Los Angeles.
Nel corso del 1969 entra in contatto con alcuni fan club europei di rock and roll ‘originario’ e si rende conto che il genere è ancora popolare nel vecchio continente, mentre nel suo paese d‘adozione è praticamente quasi ‘dimenticato’.
Fonda allora l’Hollywood Rock’n’ Roll Fan Club, pubblicando la fanzine ciclostilata Rollin’ Rock, e inizia quella che sarà una vera ‘crociata’ a favore del rock and roll classico.
Nella grande Los Angeles Ronnie ha modo di rintracciare, e incontrare, svariati artisti del rock’n’roll degli anni ’50 che colà vivono, primo fra tutti uno dei suoi idoli, Gene Vincent, che fra l’altro abita non molto distante da lui.
Nell’agosto/settembre 1971 Gene Vincent effettua in casa di Ronnie quelle che saranno le sue penultime registrazioni, mentre le ultime avranno luogo a Londra il 1° ottobre per la BBC, poco prima della sua improvvisa e prematura scomparsa che avviene l’11 ottobre in un ospedale di Saugus (Los Angeles), a causa di una emorragia interna.
Questi quattro brani, completati con l’overdubbing di alcuni strumenti, vedranno poi la luce nel
Difatti, vista la richiesta da parte dei soci del club di nuovi dischi di rock and roll/rockabilly, dai primi anni ‘70 Ronnie mette in piedi anche un’etichetta discografica, la citata Rollin’ Rock Records.
Con essa Ronnie rimette in circolazione vecchie e/o rare incisioni dei ’50 di artisti più o meno conosciuti, delle quali acquista i diritti di riedizione.
Ma ben presto inizia ad effettuare nuove registrazioni nel proprio garage-studio, avvalendosi di nuovi musicisti emergenti ma anche di ‘vecchi’ ma ancora validi artisti degli anni ’50, oramai da tempo fuori dal giro.
Primo fra questi un certo Ray Campi, ora insegnante di inglese, che conta un unico buon successo rockabilly nel 1956 con la sua ‘Caterpillar’.
Campi è un ottimo musicista polistrumentista e su di lui Ronnie basa quello che poi diventa il Rollin’ Rock Sound.
Un ‘suono’ scatenato, trascinante, molto ‘pulito’ e ruspante, che si ispira a quello pionieristico realizzato nei ’50 da piccole etichette come, ad esempio, la Sun Records di Memphis.
Dal 1973 Ronnie inizia a pubblicare album di ‘vecchi’ artisti rockabilly quali Campi, Mac Curtis, Johnny Carroll e Jackie Lee Cochran, ma da’ spazio anche a nuovi giovani artisti del genere, quali Colin Winski, Jimmie Lee Maslon, Johnny Legend, Billy Zoom.
E del 1980, prodotto da Ronnie, è anche ‘American Music’, primo album dei Blasters, grande formazione californiana dei fratelli Phil e Dave Alvin.
Indubbiamente l’attività svolta da Ronnie in questi anni diventa uno degli elementi portanti del grande ‘rock and roll revival’ che ha luogo sia negli Stati Uniti che in Europa, con la nascita di nuove etichette discografiche che riscoprono vecchie e dimenticate registrazioni e anche attraverso spettacoli e tour revivalistici, che riportano alle luci della ribalta artisti dimenticati, ma ancora vigorosi e sempre validi.
Gli Stati Uniti
Il mio interesse per gli Stati Uniti era nato fin da bambino attraverso i fumetti di Topolino e soci, ma anche quelli western di Tex Willer e, in particolare, di Pecos Bill.
Poi si aggiunsero i film americani, western e non, e i romanzi gialli, principalmente quelli dell’investigatore Philip Marlowe e dell’avvocato Perry Mason, entrambi ‘residenti’ a Los Angeles.
Curiosamente l’autore di Marlowe, Raymond Chandler, aveva un ‘collegamento’ con la famiglia di Randy, in quanto lo scrittore aveva abitato dal 1949 fino alla morte, nel
Durante i tre anni delle scuole medie e i primi due di istituto tecnico, per recarmi a scuola transitavo obbligatoriamente da una piazza dove stazionava una di quelle mitiche bancarelle di libri e riviste usate di una volta, oggi quasi del tutto scomparse.
Qui furono inevitabili centinaia di fermate per osservare ‘questo e quello’, cose fra lei quali figuravano anche corpose quantità di riviste americane di grande formato e super illustrate, come Life, Look, The Saturday Evening Post e altre che, in parte, iniziai a comprare in quanto, oltre ad offrire foto di vari luoghi e genti e spettacolari pagine pubblicitarie che mostravano ‘spezzoni’ di vita americana, mi servivano anche per far pratica della lingua inglese che stavo studiando.