Carissimi lettori,
oggi vi offriamo un'anteprima dell'articolo a cura di Silvia Ragni che apparirà sul n° 89 della nostra rivista che potrete richiedere collegandovi a www.jamboreemagazine.it
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Foto di DEMIS CRUDELI |
Non è un caso che Eve La Plume, al secolo Manuela
Porta, abbia scelto un nome d’arte “da primadonna” (come ha dichiarato in un
programma TV) per il suo debutto, nel 2005, come Burlesque performer.
Foto di Claudio Paolinelli |
Con un’icona di
riferimento come la Marchesa Luisa Casati - “opera d’arte vivente” e regina
d’eccentricità che stregò D’Annunzio e tutto il “beau monde” –
d’altronde, non poteva essere altrimenti: innamorata della Belle Epoque Eve ne
ricrea, nei suoi spettacoli, le atmosfere e il mood.
La Parigi di
Toulose-Lautrec e del Moulin Rouge, la seduttività “maliarda” delle dive dei
Café Chantant fanno da sfondo a mise
en scène di autentica preziosità, curatissime nei dettagli, che con raffinatezza esaltano le movenze aggraziate di una performer più simile a una musa Decadente che a una procace pin up.
en scène di autentica preziosità, curatissime nei dettagli, che con raffinatezza esaltano le movenze aggraziate di una performer più simile a una musa Decadente che a una procace pin up.
Al Summer Jamboree Eve La Plume ritorna, nell’inedita veste di presentatrice, dopo l’esordio del 2008 nel Burlesque show.
Foto di MARIELISE GOULENE |
Decretata “Regina
del Burlesque” da Vanity Fair, è apparsa sulle più note testate nazionali e
guarda al teatro come dimensione ideale dei suoi show.
Ed è proprio nella
splendida cornice del Teatro La Fenice che quest’anno si è esibita, a
Senigallia, nella soirée del 7 agosto dedicata al Burlesque.
Con lei, sul
palco, l’effervescente Miss Grace Hall a sancire un connubio DOC
dell’entertainment d’antan.
foto di MAURIZIO CAMAGNA |
L’abbiamo intervistata in due tempi,
per cogliere il suo stato d’animo dei giorni antecedenti al Festival e nel clou
della rassegna: ne è risultato un coinvolgente mix di suggestioni, confessioni
e riflessioni dall’impatto altamente esplosivo.
IL PRE-FESTIVAL SECONDO EVE
Com’era la tua vita, prima dell’incontro con il Burlesque?
Nella mia vita precedente – mi piace usare questo termine –
facevo la costumista, un lavoro simile a quello odierno ma dietro le quinte: mi
occupavo degli artisti che andavano in scena. Poi, a un certo punto, son
passata da dietro le quinte al palcoscenico. Ed è stata una scelta giusta,
secondo me: ho assecondato la mia natura.
Volevo uno spettacolo che trattasse l’immagine della donna
“senza veli” in modo rispettoso, che si avvicinasse al mio modo di intendere la
figura femminile, e ho pensato: “Se non esiste, lo faccio io.” Una grande
presunzione, da parte mia, perché nasceva dal fatto che non conoscessi il
Burlesque: in Italia, dieci anni fa, non se ne parlava nè io ne avevo mai
sentito parlare. Per cui ho messo in scena uno spettacolo prima di sapere che
appartenesse, in realtà, al genere Burlesque.
A tuo parere, è necessaria una formazione specifica per
diventare una Burlesque star?
Foto di Claudio Paolinelli |
Le tue performance, negli abiti così come nelle scenografie
e nei personaggi che interpreti, più che agli anni ’40 e ’50 sembrano ispirarsi
all’era di D’Annunzio, dell’Art Nouveau e della Belle Epoque. Perché questa
scelta?
Il mio periodo storico preferito va dalla fine dell’800 agli
anni ‘30: per una considerazione estetica e perché a quelle epoche mi sento
vicina. Più le studio più mi sembrano in qualche modo rappresentarmi, e che io
possa rappresentarle. La mia è una scelta istintiva, amore a prima vista.