oggi vi offriamo un'anteprima dell'articolo a cura di Luca Selvini che appare sul n° 87 della nostra rivista che potete richiedere collegandovi a www.jamboreemagazine.it
Ancora una volta vado ad
occuparmi di un gruppo italiano molto famoso negli anni ’60: I BALORDI, uno dei
moltissimi complessi di Milano, all’epoca vera fucina di talenti che contava – tra grandi nomi e sconosciuti – centinaia di formazioni attive.
La loro avventura musicale
ebbe inizio all’incirca nel 1964 quando un ragazzo di diciotto anni di nome
Andrea Muratori, chitarrista autodidatta, ma predisposto alla musica, tanto da
saper suonare anche il flauto, convinse suo fratello Gianantonio (di due anni
più giovane, ma già talentuoso disegnatore) ad imbracciare il basso, prendere
alcune lezioni dal maestro Rossi e provare a “mettere su” un gruppo musicale
chiamato I Pazzi, che però in pratica non aveva ancora una vera formazione.
Per
un certo periodo i fratelli Muratori frequentarono la cantina di un amico
comune chiamato Mauro che suonava il basso in un complesso chiamato
I Tipi assieme ad un cantante di nome Tino; le informazioni su di loro sono in verità molto scarse, ma potrebbero essere gli stessi Tipi che nel 1967 incisero un singolo intitolato Oggi sono tanto triste/La ragazza bruttina, il cui lato B è un esempio di freakbeat con chitarre distorte e un ritmo sostenuto.
I Tipi assieme ad un cantante di nome Tino; le informazioni su di loro sono in verità molto scarse, ma potrebbero essere gli stessi Tipi che nel 1967 incisero un singolo intitolato Oggi sono tanto triste/La ragazza bruttina, il cui lato B è un esempio di freakbeat con chitarre distorte e un ritmo sostenuto.
Questo Mauro, di fatto
iniziò Gianantonio, (allora chiamato Gianni), al basso elettrico insegnandogli
alcuni fondamentali passaggi in uso nella musica rock; poi finalmente nella
primavera del 1965 ad Andrea e Gianni si unirono in via definitiva un
batterista nativo di Zagarolo ma trasferitosi a Milano, Giuseppe “Beppe”
Panzironi e un altro chitarrista di cui si conosce solo il nome di battesimo:
Francesco – ed è proprio in questa
occasione che il gruppo (finalmente si poteva definire tale), decise di
cambiare nome e chiamarsi I Balordi –
che da quel momento ebbe la possibilità di fare le prove nella cantina di Beppe
vicino a Porta Venezia.
Beppe aveva un'altra importante particolarità (a
differenza degli altri) possedeva una macchina una vecchia Opel stile auto
americane con le pinne e un enorme bagagliaio dove si potevano mettere gli
strumenti ed andare così a provare in alternativa anche in un'altra sala (il
Circolo dell'Unità di via Mar Jonio a San Siro) sala usata anche da altri
gruppi milanesi (stando ai ricordi di uno di loro, una volta incrociarono I
Camaleonti e Quelli poi PFM); il repertorio comprendeva principalmente cover di
band inglesi oltre a classici del soul e del R&B in voga all’epoca come
Under The Boardwalk, Everybody Needs Somebody To Love o Bring It On Home To Me
eseguite su arrangiamento degli Stones e degli Animals e la voce solista era
quella di Gianni Muratori.
Ben presto cominciarono a farsi conoscere e ad
esibirsi nei piccoli locali meneghini o alle classiche feste studentesche; poi
però alla vigilia dell’estate Andrea decise improvvisamente di partire per la
Spagna e trasferirsi a Madrid con l’intenzione di rimanervi, ma dal momento che
ai Balordi venne offerta l’opportunità di fare una tournée nella riviera
Romagnola, occorreva trovare subito un chitarrista sostituto e poco dopo arrivò
un altro Gianni (Giancarlo Tomaselli); ora la formazione comprendeva Beppe,
Francesco e due Gianni e fu probabilmente allora che cominciarono a chiamare
Gianni Muratori ‘John’, sia per la sua somiglianza a John Lennon e sia per
distinguerlo dall’altro suo omonimo Gianni. Soprannome successivamente
trasformato da John in ‘Gion’ come il personaggio dei suoi fumetti.
In Romagna iniziarono a
battere a tappeto vari locali e balere del posto: si esibirono al
Garden Ceschi di Viserba, e come gruppo d’attrazione
al Tam Tam di Riccione dove suonava l’Orchestra di Andrea Mingardi o al Patio di Bellaria, dove una foto scattata da qualcuno mostrava il gruppo mentre suonava in maglietta e bermuda e sulla cassa della batteria di Beppe compariva già una prima versione della famosa scritta “I Balordi”, disegnata da Gion Muratori.
al Tam Tam di Riccione dove suonava l’Orchestra di Andrea Mingardi o al Patio di Bellaria, dove una foto scattata da qualcuno mostrava il gruppo mentre suonava in maglietta e bermuda e sulla cassa della batteria di Beppe compariva già una prima versione della famosa scritta “I Balordi”, disegnata da Gion Muratori.
Sempre in questo
periodo dell’estate 1965 c’è da segnalare un fatto strano: esiste infatti
un’immagine che Gion spedì al fratello Andrea a Madrid, dove si vedono i
ragazzi e sul retro c’è una scritta in cui si fa accenno ad un fantomatico
organista di nome Paolo (che però non compare) “aggiunto alla formazione da
appena una settimana”, e anche che “il gruppo stava provando due nuovi pezzi,
Sorpresa Sorpresa dei Rolling Stones e Little Girl dei Them”; ovviamente
“Sorpresa Sorpresa” non può altro che trattarsi di Surprise,Surprise della
band di Mick Jagger, magari fatta in italiano; il mistero è che nessuno ricorda
questo organista e quel che è più assurdo è che, pur riconoscendo la sua
calligrafia Gion, non riesce nemmeno ad immaginare la band diversa dal suo
abituale assetto con due chitarre, basso e batteria.
In autunno comunque Andrea tornò dalla Spagna; si era portato con sé una mandola elettrica a 12 corde dal suono affascinante e riprese il suo posto come chitarrista ritmico costringendo l’altro Gianni ad abbandonare e poco dopo anche Francesco se ne andò, a sostituirlo arrivò un bravo chitarrista solista di nome Bruno Pellegrini, precedentemente con un complesso composto da tre chitarre, organo e batteria che faceva parecchie serate nei locali milanesi, di cui però si è persa la memoria e di conseguenza il nome; Pellegrini era possessore di varie chitarre, tra cui una Fender Stratocaster con relativo amplificatore (dalle foto pubblicate sul sito ufficiale del gruppo sembrerebbe un Twin Reverb) e questa finalmente divenne la formazione definitiva dei Balordi che poi inciderà dischi per la Durium e diverrà famosa nel panorama beat italiano.
In Dicembre Gion iniziò a
disegnare un fumetto di un personaggio dal quale prese
..continua sul n°87 di Jamboree Magazine.
Giancarlo Tomaselli era mio padre... Un grande.... Mi ha raccontato mille volte de "I balordi" e della PFM. Fantastici!
RispondiEliminaMi piacerebbe saperne di più' sui TIPI e quel prodigioso batterista...Senza dubbio il Keith Moon Italiano !!!! GRAZIE Tante ...e aspetto !
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