sabato 15 novembre 2014

VADEMECUM DEL RETRO'

Carissimi lettori,

oggi vi offriamo un'anteprima dell'articolo a cura di Silvia Ragni che appare sul n° 85 della nostra rivista  che potete richiedere collegandovi a www.jamboreemagazine.com 

83 voci per riassumere lo stile anni ‘40 e ‘50 

ACCESSORI - Rappresentano dei complementi di stile dal ruolo decisivo: cappelli, guanti, borsette, foulard, occhiali da sole, cinture, bandana e cerchietti sono imprescindibili in qualsiasi look. 

ALABASTRO - Levigata, diafana, candida come l’alabastro più pregiato: così dev’essere la carnagione femminile negli anni ’40 e ’50. Viene ottenuta evitando accuratamente di esporsi al sole e con uno strato di fondotinta coprente, molto chiaro, fissato successivamente con una spolverata di cipria in polvere.

ALLURE - Il dizionario la definisce “andatura”, “portamento”, “aspetto”. Comunemente indica un fascino che proviene “da dentro”, una classe innata che qualsiasi look può solo contribuire a definire ed esaltare. A cavallo tra gli anni ’40 e i ’50 l’allure si identifica soprattutto nello stile bon ton, sofisticato e da “jeune fille bon genre” del quale star come Audrey Hepburn e Grace Kelly sono sublimi rappresentanti.



AUDREY HEPBURN - L’attrice britannica, protagonista di film cult come Sabrina (1954) e Colazione da Tiffany (1961) viene assurta ad icona di uno stile bon ton di cui il tubino nero, le ballerine, i guanti (bianchi e al polso, oppure sofisticatamente oltre il gomito), il cappello ed il foulard annodato attorno al collo
rappresentano i must. Ma anche il make up e l’acconciatura dell’indimenticabile interprete di Vacanze romane (1954), film che le vale un Oscar come Migliore Attrice, lasciano un’impronta indelebile: la minifrangia, le sopracciglia folte ad ala di gabbiano, le labbra evidenziate dal rossetto vengono emulate e riproposte sia durante i 50s, che nei decenni a venire.

BALLERINE - E’ Brigitte Bardot a lanciare il boom, calzando il paio che M.me Repetto creò su sua richiesta quando interpretò Juliette Hardy in E Dio creò la donna (1956). Originate da una rielaborazione delle scarpette da ballo dei danzatori classici, vengono prodotte in Dordogne e vendute a Parigi, allo storico civico 33 di Rue de la Paix: il negozio che Rose Repetto ha tramutato nel punto di riferimento per le fan delle ballerine di tutto il mondo.

BANDANA - Il fazzoletto rosso a pois bianchi, annodato in testa, che l’operaia  Rosie the Riveter esibisce nel manifesto del ’43 a sostegno dell’impegno delle donne americane durante la Seconda Guerra Mondiale, fa della Riveter un’icona culturale e della bandana uno degli accessori più gettonati da una folta schiera della popolazione femminile. Le versioni in cui si declina sono molteplici: tra le più frequenti, quella a fascia stretta con nodo centrale, alla paysienne, a piegatura larga e, naturalmente, alla Rosie the Riveter. In omaggio alla sua madrina.

BEACHWEAR - I primi bikini d’epoca - dopo il boom iniziale del 1946 - impongono reggiseni “corazzati”e alte culottes a coprire l’ombelico. Il costume intero, dal canto suo, è tutto meno che sgambato. La voglia di spensieratezza del dopoguerra si scontra con gli ultimi, massicci baluardi del senso del pudore e le forme, al mare, vengono solo sottolineate ma mai esibite. Ci si “sfoga”, in compenso, con modelli impreziositi da ruches, fiocchi, in fantasie pois o a quadretti Vichy, e il monopezzo raggiunge il top della seduttività nel modello “a fascia”. Tra le dive - o aspiranti tali - c’è chi osa: memorabile il bikini animalier sfoggiato da Jayne Mansfield il ridotto due pezzi di una Brigitte Bardot in versione starlet, a Cannes, nel 1953.
 
BETTIE PAGE - “The Queen of Pin Ups”, icona di stile suprema, è il modello di riferimento evergreen di ogni Pin Up  degna del suo nome. I lunghi capelli d’ebano ondulati e dotati di minifrangia (il suo cavallo di battaglia), il rossetto rosso fuoco, una malizia intrecciata alla solarità e al fetish in parti uguali, la rendono sexy ma rassicurante. Il suo sorriso risplende sia in versione Pin Up on the beach che in bustier di cuoio e con un frustino in mano. Fiori tra i capelli, colori sgargianti, bikini ridottissimi, bandana in testa, fantasie floreali e a pois sono i leit motiv del suo stile spensierato, sbarazzino con una punta d’eros. Piccante, ma mai “fatale”.


..continua sul n°85 di Jamboree Magazine.

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