venerdì 7 marzo 2014

Dita Von Teese - La Star del Burlesque


E’ l’icona che vanta un maggior numero di ‘tentativi di imitazione’: il suo look, perennemente immutato nel tempo, oggi come ieri risulta più che mai vincente.



Dita Von Teese - al secolo Heather Renée Sweet - classe 1972, nata nel Michigan, è senza dubbio la pin up del Terzo Millennio più internazionalmente celebrata. 
Il suo sofisticato stile rétro è inconfondibile e mantiene immancabilmente la top position nella classifica dei vintage trend: pelle d’avorio, sopracciglia ad ala di gabbiano, eyeliner accessoriato di una dose abbondante di ciglia finte e labbra rigorosamente dipinte di un red vibrante rappresentano ormai il suo trademark.




A contornare il tutto, una cornice di capelli color ebano pettinati ad onde che suscitano reminiscenze di Ava Gardner e Hedy Lamarr. 

La addiction al vintage nasce in Dita sin dall’infanzia, di pari passo con la passione per il cinema anni ’40 della Old Hollywood: la affascinano le dive dall’allure raffinata e seduttiva, il loro glamour elegante vagamente altero e cerca di emularne le movenze frequentando corsi di danza classica che donano grazia al suo incedere ed alla sua gestualità, accarezzando al tempo stesso il sogno di diventare una ballerina. 

Ma è la lingerie il suo fetiche, preziosa e iperfemminile come quella delle star del Technicolor e delle modelle di Playboy. 





Non è un caso che a soli 15 anni trovi impiego come commessa in un negozio di intimo dove può procurarsi con facilità le calze, i reggicalze, i bustier e i reggiseni tanto vagheggiati. 

All’amore per la danza sostituisce però, ben presto, quello per i costumi di scena: “In realtà, quello che mi affascinava del balletto non era la danza in sé, quanto i costumi meravigliosi, il maquillage teatrale e tutta quell’atmosfera unica che si respira sul palcoscenico”, ha dichiarato Von Teese in un’intervista a Vogue Italia. 



Si iscrive dunque al College dove si diploma in Storia della moda per poi iniziare, appena diciannovenne, la sua carriera di stripper ‘rétro’ ispirandosi al look anni ’40 di Betty Grable e Gipsy Rose Lee: acconcia i capelli in un beehive superchic, indossa calze con la giarrettiera e seducenti guepière abbinandole a guanti che oltrepassano il gomito, che sfila con intriganti movenze. 

Sono gli anni in cui Dita – il cui nome è un tributo alla diva del muto Dita Parlo - inizia a ‘giocare’ con il look, a sperimentare le molteplici variabili del glamour che riconducono ad un’eclettica iconografia d’antan: le illustrazioni di John Willie ne rappresentano un significativo esempio.

Bionda naturale ma lontana anni luce dal beauty pattern californiano, la futura star del Burlesque crea ed esalta un proprio, personalissimo, stile. 

La sua frequentazione dell’underground losangelino la stimola a ricercare costantemente la ‘differenza’, quel quid in più che diviene insostituibile materiale di unicità: comincia dal colore dei capelli e in un primo momento pensa di tingerli di un brillante rosso fuoco, ma affascinata dall’hair color di Hedy Lamarr cambia rapidamente idea e sceglie un nero elegante e misterioso. 
Come secondo step, bandisce l’abbronzatura ed esibisce una pelle bianco latte su cui risaltano sopracciglia corvine ad ala di gabbiano e labbra tinte di rosso scarlatto.

Tra gli elementi base delle sue mise figurano i must del fetish: altissimi stivali in vernice con lacci intrecciati, bustier strizzavita e guanti in pelle rigorosamente oltre il gomito. 



Dita sfoggia un look frequentemente immortalato sui set fotografici dei magazine più diffusi tra gli amanti del latex, come Marquis e Bizarre. 

Ma la vera svolta della sua carriera è datata 1992, quando decide di incanalare la passione per il rétro riproponendo una forma di entertainment, il Burlesque, dando vita ad una sua versione contemporanea densa di richiami al musical degli anni ’30 e ’40 in cui scenografia, sensualità ed autoironia giocano ruoli di pari importanza: come dimenticare le sue celebri performance su una giostrina a cavalli o in una coppa extrasize di Martini? 

Rubrica "Vintage & Style
...continua sul n° 84 di Jamboree Magazine


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