Carissimi lettori,
oggi vi offriamo un'anteprima dell'articolo a cura di Augusto Morini che appare sul n° 88 della nostra rivista che potete richiedere collegandovi a www.jamboreemagazine.it
I BEATLES a Milano - Velodromo Vigorelli, 24 giugno 1965 – Concerto serale
Da ragazzino, attorno ai sette/otto anni, ebbi modo di
vedere il film di Walt Disney ‘Fantasia’, tutto basato su vari brani di musica
classica che venivano visualizzati da spettacolari cartoni animati. Una
esperienza che mi fu basilare per poi avvicinarmi a questo genere
musicale.
Nell’autunno del 1957, al termine dei tre anni di ‘Scuola
Commerciale’, ne iniziai altri due di ‘Scuola Tecnica’ e qui incontrai Angelo
un nuovo compagno di scuola, più anziano di un anno, appassionato di musica.
Legammo subito e ci frequentavamo spesso al di fuori delle lezioni, e per lo
più ero io ad andare a casa sua dove potevo ascoltare i numerosi dischi di cui
disponeva.
Molti erano di musica leggera e jazz ma altri erano di vero e
proprio rock and roll, di artisti per me ancora quasi sconosciuti, Elvis
Presley, Jerry Lee Lewis, Little Richard, Gene Vincent, Eddie Cochran, Buddy
Holly, Fats Domino, Jackie Wilson.
Curioso è il fatto che negli anni successivi
Angelo, che oramai già andava a lavorare, si allontanò dal RnR mentre per me,
al contrario, l’interesse aumentò, non solo per il RnR classico ma anche per i
‘teen idols’, il rock strumentale, l’inglese ‘skiffle’, il rhythm’n’blues e poi
anche la musica beat.
Nel 1961 ebbi modo di entrare in contatto con una certa Kay
Martin, fondatrice del fan club americano di Lewis e così iniziai una
corrispondenza con lei e alcuni altri membri del club, incluso Martin Affleck,
responsabile della ‘filiale’ inglese del club.
Forte del supporto di Martin, nel maggio 1965 feci il mio
primo viaggio in Inghilterra, facendo base a Worthing, sulla Manica, dove
abitava l’amico.
Col suo aiuto ebbi modo di ‘razzolare’ in particolari negozi
di dischi, anche usati, dove poter cercare e trovare, anche a prezzi più
abbordabili, cose irreperibili in Italia, come ad esempio dischi di Johnny
Cash, Chuck Berry, Bo Diddley e dell’inglese ‘King of Skiffle’ Lonnie Donegan.
I miei interessi erano comunque sempre rivolti
principalmente al RnR e probabilmente fu per questa ragione che allora, proprio
mentre ero nel loro paese, non mi accorsi per niente del fenomeno Beatles o,
per lo meno, non ho nessun ricordo che li riguardi.
Non che non ne fossi a
conoscenza, dato che comunque leggevo di loro su riviste e quotidiani, ma
musicalmente non li avevo ancora approfonditi e mi sembrava che i ‘Fab Four’ si
limitassero a riciclare il buon vecchio RnR dei miei idoli.
Rientrato a casa e tornato al lavoro in banca scoprii che
alcuni colleghi stavano organizzando una ‘uscita’ di gruppo per andare ad
assistere alla loro esibizione prevista al Vigorelli per il successivo 24
giugno, naturalmente quella della sera, dato che nel pomeriggio eravamo al
lavoro.
Allettato anche dall’offerta del biglietto a prezzo ridotto proposta da
Ciao Amici, mi aggregai per cercare di rendermi conto come potesse essere
questo gruppo dal vivo.
All’epoca la mia attrezzatura fotografica comprendeva solo
una macchina Polaroid a sviluppo immediato. Era la migliore di un nuova serie
di modelli messi in circolazione da non molto tempo ma non era dotata di
teleobiettivo e a questo inconveniente si aggiunse anche il fatto che al
Vigorelli arrivammo in ritardo, perdendo quasi tutti gli artisti della prima
parte, e trovammo posto solo nella parte alta della tribuna, ‘paurosamente’
lontano dal palcoscenico. Così, a parte una simpatica foto di gruppo di alcuni
miei colleghi, scattai poche foto con i Beatles, piccoli, piccoli, foto che
comunque davano una buona idea della massa di pubblico presente.
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