mercoledì 8 ottobre 2014

Grace Hall - Intervista

Carissimi lettori,

oggi vi offriamo un'anteprima dell'articolo che appare sul n° 86 della nostra rivista che potete richiedere collegandovi a www.jamboreemagazine.com



Ben E.King / Grace    Foto di Libero Api
 La Regina del Burlesque italiano si presenta all’intervista in total black, pencil skirt fasciata al corpo e labbra rosse d’ordinanza. I capelli sono acconciati in un caschetto sbarazzino, con frangia, dallo stile pre- Vergottini e post- Louise Brooks.

Emma Nitti, alias Grace Hall, ha dalla sua il grande atout della spontaneità ed una allure radiosa, un fascino rassicurante che quando indossa le vesti di Burlesque performer mette a suo agio il pubblico, coinvolgendolo nell’arte del teasing con somma grazia ed elegante seduttività.

Non c’è da meravigliarsi che sia stata confermata, per la seconda volta di seguito, presentatrice di un Festival di Musica e Cultura anni ‘40 e ‘50 il secondo al mondo per rilevanza come il Summer Jamboree.

Summer Jamboree 2014


Artista poliedrica con anni di teatro ed importanti esperienze di cinema e TV alle spalle, Grace annovera nel suo Curriculum nomi prestigiosi: Abel Ferrara, Gigi Proietti, Gabriele Muccino, Paolo Virzì, Juliette Binoche sono solo alcuni dei grandi registi e colleghi con i quali ha dato prova del suo talento recitativo.

Foto di Libero Api
Poi, nel 2009, la svolta nel Burlesque: un’estensione naturale dei suoi molteplici skills, originata dalla curiosità e dalla voglia di sperimentare.

Una spiccata attitudine al self-management e la sua innata predisposizione per il palcoscenico hanno fatto il resto.

Oggi, Grace Hall, oltre ad esibirsi durante i più celebri eventi del settore dislocati tra Europa, Canada e Stati Uniti, è insegnante e Direttrice Artistica de Il Tempio del Burlesque (da lei fondato a Roma) e tiene corsi in giro per il mondo dove insegna ad ammiccare sul palco in lunghi guanti e pasties.

Una particolarità: Grace è l’unica performer italiana che abbina il canto alle fascinose movenze ed ai giochi di ventagli di piume.

L’ abbiamo intervistata nel weekend di chiusura della 15ma edizione del Summer Jamboree, mentre fervevano i preparativi per il consueto - e affollatissimo - “gran finale” del Festival.

Perché la scelta del nome Grace Hall?

Nel Burlesque si sceglie un nome, possibilmente che abbia qualche riferimento esotico. Questo nome, in realtà, nasce da un sogno: mi è stato dato da una persona molto cara che purtroppo non c’è più e quindi me lo sono preso, non me lo sono scelto.

Nasci come attrice, con il nome di battesimo di Emma Nitti. Come ha avuto origine il tuo passaggio al Burlesque?

Foto di Maurizio Salustri
Sì, io nasco come attrice: ho fatto tanti film per il cinema, serie televisive, teatro…Sono 17 anni che lavoro in questo campo. Ho sempre amato l’intrattenimento a tutto tondo, e il Burlesque mi offre l’opportunità di poter portare in scena tutti i miei skills perché è un genere di intrattenimento che ti lascia una grande libertà di espressione. In un numero puoi essere coreografa, costumista, regista di te stessa mettendoci tutte le tue idee. Nei miei numeri, in più, c’è sempre l’elemento del canto live. Il Burlesque, quindi, si può considerare una branca del mio lavoro di attrice e nello stesso tempo diciamo che è l’opportunità, la possibilità di avere molta più libertà perché io, facendo l’attrice, come puoi immaginare dipendo da molteplici dinamiche: innanzitutto una scrittura, una produzione, un investimento economico. Poi c’è il casting director, poi chissà se c’è un ruolo adatto, e così via… Mentre con il Burlesque sono artefice di tutto quel che faccio, dall’inizio alla fine,  anche come produttrice. 
Come ci sono capitata? All’inizio del 2009 progettavo di mettere in scena - come regista e attrice - uno spettacolo sull’avanspettacolo italiano e facevo ricerche alla biblioteca Del Burcardo, a Roma, accanto al Teatro Argentina. Avevo cominciato a indagare sulle diverse forme di spettacolo contemporanee al nostro avanspettacolo ed è uscito fuori il Burlesque. Sapevo qualche cosa al riguardo, ma mi sono incuriosita e sono andata ad approfondire. Mi sono detta: “Ma questo è quello che voglio fare io!” e tornando a casa, proprio lo stesso giorno, mi arriva una e-mail del Micca Club (il locale storico che ha portato in auge in Italia questa forma di intrattenimento). Facevano delle audizioni per la loro Accademia che si accingeva a formare cinque Burlesque performer. Ho pensato che fosse un segno! Ho mandato immediatamente il mio Curriculum e dopo un’ora mi hanno risposto, convocandomi per un’audizione il mese dopo. Da quell’audizione è partito tutto.

Quali sono i requisiti per diventare una brava performer?

La bellezza non c’entra niente. Il Burlesque è bellissimo proprio 
perché non propone stereotipi, come ad esempio la TV e certi media: 
trovi qualsiasi tipo di corpo, dalla donna più generosa alla donna 
molto magra. E poi la donna tatuata, la donna eterea…Per distinguersi, 
secondo me, lo stile personale è la cosa più importante: non imitare 
nessuno, ma valorizzare il proprio tipo e la propria unicità. 
Sicuramente un background di palcoscenico è fondamentale: ci sono 
delle dinamiche, delle “geometrie” che vanno studiate. Poi il rapporto 
con il pubblico, essere generosi con il pubblico. Mai dimenticarsi che 
c’è un pubblico che fruisce di ciò che stai facendo. Quindi: 
generosità, stile personale e bagaglio performativo a mio parere sono 



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