Carissimi lettori,
oggi vi offriamo un'anteprima dell'articolo che appare sul n° 86 della nostra rivista che potete richiedere collegandovi a www.jamboreemagazine.com
La Regina del Burlesque italiano si presenta
all’intervista in total black, pencil skirt fasciata al corpo e labbra
rosse d’ordinanza. I capelli sono acconciati in un caschetto sbarazzino, con
frangia, dallo stile pre- Vergottini e post- Louise Brooks.
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Ben E.King / Grace Foto di Libero Api |
Emma Nitti, alias Grace
Hall, ha dalla sua il grande atout della spontaneità ed una allure radiosa, un
fascino rassicurante che quando indossa le vesti di Burlesque performer mette a
suo agio il pubblico, coinvolgendolo nell’arte del teasing con somma grazia ed elegante seduttività.
Non c’è da meravigliarsi che
sia stata confermata, per la seconda volta di seguito, presentatrice di un
Festival di Musica e Cultura anni ‘40 e ‘50 –
il secondo al mondo per rilevanza –
come il Summer Jamboree.
Summer Jamboree 2014 |
Artista poliedrica con anni di teatro ed importanti esperienze di cinema e TV alle spalle, Grace annovera nel suo Curriculum nomi prestigiosi: Abel Ferrara, Gigi Proietti, Gabriele Muccino, Paolo Virzì, Juliette Binoche sono solo alcuni dei grandi registi e colleghi con i quali ha dato prova del suo talento recitativo.
Foto di Libero Api |
Una spiccata attitudine al self-management e la sua innata
predisposizione per il palcoscenico hanno fatto il resto.
Oggi, Grace Hall, oltre ad
esibirsi durante i più celebri eventi del settore dislocati tra Europa, Canada
e Stati Uniti, è insegnante e Direttrice Artistica de Il Tempio del Burlesque (da lei fondato a Roma) e tiene corsi in
giro per il mondo dove insegna ad ammiccare sul palco in lunghi guanti e pasties.
Una particolarità: Grace è
l’unica performer italiana che abbina il canto alle fascinose movenze ed ai
giochi di ventagli di piume.
L’ abbiamo intervistata nel
weekend di chiusura della 15ma edizione del Summer Jamboree, mentre fervevano i
preparativi per il consueto - e affollatissimo - “gran finale” del Festival.
Perché la scelta del nome Grace Hall?
Nel Burlesque si sceglie un
nome, possibilmente che abbia qualche riferimento esotico. Questo nome, in
realtà, nasce da un sogno: mi è stato dato da una persona molto cara che
purtroppo non c’è più e quindi me lo sono preso, non me lo sono scelto.
Nasci come attrice, con il nome di battesimo di Emma Nitti. Come
ha avuto origine il tuo passaggio al Burlesque?
Foto di Maurizio Salustri |
Come ci sono capitata?
All’inizio del 2009 progettavo di mettere in scena - come regista e attrice -
uno spettacolo sull’avanspettacolo italiano e facevo ricerche alla biblioteca Del Burcardo, a Roma, accanto
al Teatro Argentina. Avevo cominciato a indagare sulle diverse forme di
spettacolo contemporanee al nostro avanspettacolo ed è uscito fuori il
Burlesque. Sapevo qualche cosa al riguardo, ma mi sono incuriosita e sono
andata ad approfondire. Mi sono detta: “Ma questo è quello che voglio fare io!”
e tornando a casa, proprio lo stesso giorno, mi arriva una e-mail del Micca Club (il locale storico che ha
portato in auge in Italia questa forma di intrattenimento). Facevano delle
audizioni per la loro Accademia che si accingeva a formare cinque Burlesque
performer. Ho pensato che fosse un segno! Ho mandato immediatamente il mio
Curriculum e dopo un’ora mi hanno risposto, convocandomi per un’audizione il
mese dopo. Da quell’audizione è partito tutto.
Quali sono i requisiti per diventare una brava performer?
La bellezza non c’entra
niente. Il Burlesque è bellissimo proprio
perché non propone
stereotipi, come ad esempio la TV e certi media:
trovi qualsiasi tipo di
corpo, dalla donna più generosa alla donna
molto magra. E poi la donna
tatuata, la donna eterea…Per distinguersi,
secondo me, lo stile
personale è la cosa più importante: non imitare
nessuno, ma valorizzare il
proprio tipo e la propria unicità.
Sicuramente un background di palcoscenico è
fondamentale: ci sono
delle dinamiche, delle
“geometrie” che vanno studiate. Poi il rapporto
con il pubblico, essere
generosi con il pubblico. Mai dimenticarsi che
c’è un pubblico che fruisce
di ciò che stai facendo. Quindi:
generosità, stile personale
e bagaglio performativo a mio parere sono
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