Carissimi lettori,
oggi vi offriamo un'anteprima dell'articolo a cura di Agostino Bono che appare sul n° 89 della nostra rivista che potete richiedere collegandovi a www.jamboreemagazine.it
Lost stars of Hollywood

Era calvo, aveva una voce piuttosto dura ed agli inizi della
sua carriera parlava un inglese stentato.
Nonostante ciò, diventò uno degli
attori simbolo dell’età d’oro del cinema americano.
I ruoli che lo resero
celebre furono
Ramses II, nel kolossal storico di
Cecil B. De Mille,
I dieci
comandamenti, e il re del Siam,
Mongkut, nel musical
Il Re ed io.
Quest’ultimo
ruolo, che interpretò per oltre trent’anni anche in teatro, gli valse due
Tony
Awards ed un
Oscar come miglior attore protagonista.
Fino ad oggi, nessun altro
attore ha ottenuto tali riconoscimenti per aver interpretato lo stesso
personaggio in teatro ed al cinema.

Nacque nella città russa di
Vladivostok nel 1920.
Il padre
Boris abbandonò la famiglia nel
1923
a causa di una relazione con un’attrice di teatro
moscovita.
La madre Maruosia decise di trasferirsi in Cina con il piccolo Yul e
l’altra figlia, Vera.
Nel 1932, temendo una guerra tra Cina e Giappone, i tre
si trasferirono a Parigi.
Nella capitale francese, Yul e la sorella
cominciarono a lavorare in alcuni nightclub russi.
Lui suonava la
chitarra e lei cantava canzoni del paese di origine.
Nel tempo libero riuscì a
lavorare, come trapezista, in un circo francese.
La sorella si trasferì dopo alcuni anni negli Stati Uniti:
il fratello e la mamma la seguirono nel 1940 quando
arrivarono a New York a
bordo della SS President Cleveland.
Vera si era, nel frattempo, affermata come
cantante, arrivando a recitare nell’opera
The consul a
Broadway nel 1950.
Quando gli Stati Uniti entrarono in guerra, lavorò come
presentatore in lingua francese per la radio dell’
Office of War Information.
Si
trattava di programmi di propaganda che venivano trasmessi nella Francia
occupata dalle truppe tedesche.
Nello stesso periodo, cominciò a studiare
recitazione con il maestro russo
Michael Checkhov e nel 1941, debuttò a
Broadway in una commedia di Shakespeare,
Twelfth Night.
Nel 1944, si sposò con
l’attrice
Virginia Gilmore (1919-1985) e ottenne un contratto da regista
CBS.
nell’appena creata rete televisiva
Di li a poco, avrebbe diretto, fra gli
altri, alcuni episodi del celebre programma
Studio One (in onda dal 1948 al
1958).
Nel 1949, esordì, da attore, al cinema nel noir Il porto di
New York.
Un anno dopo, fece un provino per il musical Il re ed io che Rodgers
and Hammerstein avrebbero di li a poco proposto in teatro.
Dopo aver letto la
sceneggiatura, rimase favorevolmente impressionato dal personaggio di Mongkut,
re del Siam, e finì con ottenere il ruolo che avrebbe cambiato in positivo la
sua vita professionale sul grande schermo ed in teatro (dal 1951 al 1985
interpretò per ben 4265 volte la parte in teatro sia negli Stati Uniti che in
Europa).
Nel 1956, recitò nella versione cinematografica, Il re ed io, al
fianco di Deborah Kerr; nel 1972, fu anche protagonista in una seria omonima,
prodotta dalla CBS, che, tuttavia, andò in onda per una sola stagione.
Nel 1956, recitò, anche, al fianco di
Ingrid Bergman in
Anastasia, nei panni del
Generale Bunin che vuol far credere a tutti che
la triste Anastasia sia in realtà la figlia dello zar Nicola II.
La Bergman
ricevette l’Oscar come miglior attrice protagonista ma anche Yul impressionò
positivamente critica e pubblico.
I film furono l’inizio di una luminosa carriera che durò
sino alla seconda metà degli anni settanta.

Le opere migliori, tuttavia,
rimangono i classici della fine degli anni cinquanta e gli inizi degli anni
sessanta:
Karamazov (1958), un dramma storico, tratto dal libro di Dostoevskij
(
I fratelli Karamazov) e basato sulle vicissitudini dell’omonima famiglia
borghese nella Russia zarista nel 1870;
I bucanieri (1959), nei panni del
pirata
Lafitte, dalla folta capigliatura nera, che stringe un'alleanza con il
generale Jackson per salvare New Orleans;
Salomone e la regina di Saba (1959)
co-interpretato da
Gina Lollobrigida nelle vesti della regina che seduce il
saggio Salomone;
I magnifici sette (1960) e
Invito ad una sparatoria (1964), lo
videro molto a suo agio in un genere, il western, del quale sarebbe
diventato uno delle icone nonostante i pochi film girati;
Taras il Magnifico
(1962) nei panni del comandante dell’esercito cosacco che tenta di conquistare
una città polacca, e
I re del Sole (1963) nel ruolo di
Aquila Nera, capo di una
tribù di nativi americani del Texas che si allea con i Maya per combattere un
gruppo di invasori.